(Ton style)
(Léo Ferré)
(Parole italiane: Dibì)
Le grida della strada, la gente, i negozi
dove come un’offesa ti vedo attraversare
tra falsi gioielli e biancheria da niente
ombre in occhi di donne quando stai per passare
tutti questi rumori, canti e profumi
che ti porti dietro o quando io ti esilio
per amarti nel tempo anche da più lontano
quelle cose un pò pazze, tutto quello è il tuo stile
il tuo stile, il tuo culo, il tuo culo, il tuo culo…
E’ la mia legge a cui ti senti sottomessa
il tuo fuoco che accende ogni mia sigaretta
è l’amore in ginocchio che non vuol finire
il tuo stile, il tuo culo, il tuo culo, il tuo culo…
Quei porti della notte, quel moccioso che vorremmo
e non vogliamo più appena mi fai segno
immersa nel tuo bene tramite il mio sangue
succo della mia vita, uva della tua vigna
mescolandosi poi in memoria di noi
in quei mondi perduti dell’anno ottantamila
quando non ci saremo e rinasceremo
quelle cose un pò folli, tutto quello è il tuo stile
il tuo stile, il tuo culo, il tuo culo, il tuo culo…
E’ il tuo diritto quando ho diritto al tuo stile
il gioco dell’Inferno giocato a testa o croce
l’amore che tace per un gioco sottile
il tuo stile, il tuo culo, il tuo culo, il tuo culo…
A conoscere troppo non conosci più niente
di te mi piace ciò che so immaginare
aiutando la mano all’inizio di un gesto
la tua bocca inventata al di la dell’indegno
nelle strade di notte il mio viso celato
quando non riconosci di me che un certo stile
quando rendo di me un altro immaginato
quelle cose imprudenti, quello è il tuo stile
il tuo stile, il tuo culo, il tuo culo, il tuo culo…
E’ la tua legge a cui mi sottometto, stronza
la cenere perduta delle mie sigarette
quando la notte brucia i suoi fuochi e poi muore
il tuo stile, è il tuo cuore, il tuo cuore, il tuo cuore…
il tuo stile … è il tuo cuore…