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(Les timides)

(Jacques Brel)

(Versione italiana : Dibì)

 

Il timido

s’attorciglia

s’aggroviglia

s’assottiglia

s’avvitiglia

e salticchiglia

sogna d’essere un coniglio….

Non importa

se si esorta

la foglia morta

chiusa la porta

rimane assorta

e porta piano

una valigia in ogni mano….

 

Il timido

segue l’ombra

in penombra

della sua ombra

e di quell’ombra

poi si adombra

cerca la serenità…

S’increspisce

impallidisce

ingiallisce 

arrossisce

s’arrostisce

s’incurviscie

una valigia in ogni mano….

 

Ma il timido

un giorno audace

quanto si piace

gonfia il torace

si fa vivace

ed è capace

di andare giù

anche in città….

Ma non si ambienta

si spaventa

si disorienta

si tormenta

e poi si assenta

si assenta piano

una valigia in ogni mano….

 

Il timido 

quando sospira

per una Elvira

prima l’ammira

dopo delira

poi si ritira

lui osare non sa….

E la sua amante

arrogante

più pedante

che palpitante

dopo un istante

lo lascia piano

una valigia in ogni mano….

 

Il timido 

allora invecchia

e più invecchia

più sonnecchia

e più si specchia

dentro l’abisso

voglio dire quando muore….

Non osa dire

maledire

rabbrividire

neanche schernire

giusto morire

e muore…

Una valigia sul suo cuore….