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(Les musiciens)

(Léo Ferré)

(Parole italiane: Dibì)

 

Trascinano i violini al di la del pentagramma

i clarini ai canti delle pastorali 

la chiave sulla tavola, li vedi andare via

dietro a  un vetro opaco, verso terre ideali…

Risvegliano il flauto con un soffio di vita

osservano vagare di notte i violoncelli

al braccio di un’arpista,inquieta che appare 

dopo che un violino la sappia incantare…

Le ali del genio tra le loro dita 

reinventano tutto credendo di inventare

Debussy con la penna e Schubert nella voce

spiegano le ali e iniziano a volare…

in un cielo da due lire iniziano a volare…

Sulla carta ingiallita riprendono vita

gli azzardi della strada e la povera musica 

nell’ombra di Bayreuth. mentre un complesso inglese 

spara senza sosta accordi di elettronica…

spara senza sosta accordi di elettronica…

 

Trascinano il pentagramma al di la dei violini

disturbano la notte col suono del silenzio

la testa è uno scrigno di infinite canzoni

il sorriso dell’anima in cima a una cadenza…

Orgoglio e vanità se ne vanno a braccetto

se ne vanno a braccetto verso mete impossibili

si indicano a dito, muovendo l’archetto

le corde trasformate in capelli sensibili…

La porta del destino si apre puntuale

con la chiave di Sol divenuta patetica

la furia di Tchaikovsky che corre sul viale

la rabbia di Berlioz come un cane fantastico…

la rabbia di Berlioz come un cane fantastico…

Allora nello specchio osservano passare

i cavalli di Mozart all’ultimo festino

l’orecchio di Beethoven teso ad immaginare

nove sinfonie lungo il suo cammino…

nove sinfonie mute lungo il suo cammino…

I musicisti…